Nutrizione

Conosciamo meglio il prof. Giacomo Pagliaro

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Il prof. Giacomo Pagliaro, biologo specializzato in scienze dell’alimentazione applicata, ha dedicato la sua vita allo studio e all’insegnamento della nutrizione. 

Laureatosi in biologia in Italia, ha incentrato i suoi studi nel campo della nutrizione, una passione che lo ha poi guidato per trentadue anni nell’insegnamento della nutrizione clinica presso diverse università italiane, tra cui l’Università di Camerino, l’Università Politecnica delle Marche, l’Università di Chieti e presso il CSTM Centro Studi di Terapie Multidisciplinari in Svizzera. Il prof. Pagliaro ha focalizzato la sua attenzione sul microbiota, elemento chiave dell’ecosistema intestinale con un ruolo cruciale nella salute umana, attualmente oggetto di ricerche di grande rilevanza.

La sua professionalità ha suscitato l’interesse di aziende farmaceutiche, per le quali ha sviluppato protocolli terapeutici altamente efficaci. Nel campo nutrizionale, il Prof. Pagliaro analizza soprattutto gli aspetti clinici, dedicandosi concretamente alla progettazione di piani nutrizionali personalizzati.

Oltre all’insegnamento e all’attività clinica, ha organizzato e partecipato a numerosi convegni, pubblicato diversi libri e articoli specialistici.

Dopo aver conseguito un dottorato di ricerca in ecologia e biomatematica a ampliato la sua formazione attraverso l’approfondimento della Kinesiologia applicata, appresa direttamente da Joseph Shafer D.C., una delle figure di spicco in questa disciplina.

Insignito del titolo Ph.D., che si consegue alla conclusione del Corso di dottorato e identifica l’apice della formazione accademica, il prof. Pagliaro è membro attivo di diverse associazioni medico-scientifiche; la continua dedizione all’insegnamento e alla ricerca dimostrano l’interesse e l’impegno costante nel promuovere la conoscenza nell’ambito della nutrizione e della salute.

Prof. Pagliaro, come possiamo migliorare la nostra alimentazione senza viverla come un sacrificio?

È fondamentale comprendere che il cibo è un compagno di vita. Non solo ci accompagna durante le gioie, ma diventa anche rifugio per paure e frustrazioni. 

Possiamo quindi influire sulle abitudini alimentari, tenendo presente che il termine “dieta” ha origini latine e inizialmente indicava uno ‘”stile di vita”, pertanto, il cibo non rappresenta solo un mezzo di nutrizione, ma implica anche dimensioni sociali, relazionali e nutrizionali.

Quindi è estremamente importante essere realisti e proporre un piano alimentare che il paziente possa seguire senza troppe rinunce, procedendo gradualmente verso il raggiungimento del risultato atteso. 

È importante costruire piani alimentari su misura, considerando le esigenze, gli aspetti edonistici e la situazione clinica del momento, con uno sguardo anche alla salute futura del paziente.

Qual è il suo metodo per personalizzare il piano nutrizionale?

Il mio approccio alla personalizzazione di un piano nutrizionale inizia con una visita approfondita esaminando la situazione clinica del paziente. Durante questo incontro, chiedo anche quali sono le proprie preferenze alimentari, le esigenze quotidiane ed eseguo anche una valutazione kinesiologica che mi permette di identificare eventuali squilibri. 

Inoltre, misuro la massa magra e la massa grassa, eseguo una valutazione del rischio cardiovascolare e dell’idratazione tissutale per comprendere ulteriormente la salute generale della persona.

Basandomi su queste informazioni dettagliate, sviluppo un piano alimentare su misura. Questo piano include una lista di alimenti specifici, ognuno con le relative grammature, per garantire un’adeguata assunzione di nutrienti. Ciò consente una flessibilità giornaliera, permettendo al paziente di comporre il suo piatto scegliendo tra le varie opzioni fornite, in base alle sue preferenze e per rendere il piano nutrizionale uno strumento pratico da utilizzare.

Per quale motivo si avvale della kinesiologia durante le visite e, considerando la sua esperienza in questo campo, potrebbe fornirci ulteriori dettagli riguardo a questa terapia?

Nel corso delle mie visite, l’utilizzo della kinesiologia è finalizzato a ottenere una comprensione più approfondita dello stato del paziente. Il termine stesso, “kinesiologia”, deriva da due parole greche che significano “movimento” e “studio”.

In kinesiologia, il corpo è considerato un sistema di sfere comunicanti, che include l’aspetto energetico, emotivo, mentale e spirituale della persona. Secondo questa disciplina, l’uomo non è limitato alla sola struttura fisica del corpo. In kinesiologia la muscolatura agisce come un feedback interconnesso con il sistema nervoso centrale (SNC).

Si basa sul principio delle relazioni tra organi, muscoli e meridiani, affini anche alle logiche della Medicina Tradizionale Cinese. Secondo quest’ultima infatti, se un organo e il suo meridiano di riferimento non sono in armonia, si manifestano alterazioni nel tono muscolare. Al contrario, quando l’organo e il meridiano sono in equilibrio, il tono muscolare è ottimale.

In sintesi, attraverso il test kinesiologico, che coinvolge l’analisi della risposta muscolare a determinati stimoli, è possibile valutare gli squilibri energetici del corpo, fornendo preziose indicazioni sullo stato complessivo della persona. Nel contesto della nutrizione, la kinesiologia rappresenta un valore aggiunto, contribuendo a una precisione e personalizzazione significativa del piano nutrizionale.

Qual è la sua opinione sugli integratori?

Ritengo che gli integratori rappresentino una risorsa utile e complementare per sostenere in modo efficace il nostro percorso nutrizionale. Personalmente, apprezzo particolarmente i prodotti che si distinguono per l’utilizzo di materie prime di altissima qualità.

In particolare, riconosco il valore terapeutico degli oli essenziali microincapsulati e dei prodotti derivati dalla tradizione spagirica, in grado di apportare sicuramente un elemento energetico che può potenziare l’approccio terapeutico.

Molte persone si concentrano sull’apporto calorico del cibo, è corretto?

L’impatto del cibo non è direttamente correlato alla sua composizione calorica, ma dipende notevolmente dal funzionamento del nostro intestino e dal suo stato di eubiosi, ovvero equilibrio, o di disbiosi, ossia uno squilibrio del microbiota intestinale. 

In un piano alimentare, è cruciale che la dieta sia completa e bilanciata. Le diete che escludono specifici alimenti possono portare a carenze nutrizionali gravi, aumentando il rischio di tumori e altre patologie serie.

Ciò che conta non è solo la scelta di singoli alimenti, ma soprattutto il raggiungimento di un equilibrio tra gli apporti nutrizionali. Sia l’eccesso che la carenza sono da evitare per garantire un benessere ottimale.

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È possibile ingrassare anche consumando quantità ridotte di cibo?

La questione risiede negli enzimi. Determinare con precisione l’apporto energetico di un cibo è complesso, poiché la composizione dei microrganismi presenti nell’organismo varia da persona a persona in base alla salute e all’equilibrio della propria flora intestinale.

Quindi, fare affidamento solo sulle etichette alimentari non è sufficiente, poiché la predisposizione personale influenza i risultati.

L’attività fisica aiuta sempre?

L’attività fisica regolare è associata a diversi vantaggi per la salute, tra cui il controllo del peso, il miglioramento della salute cardiovascolare, la gestione dello stress e l’aumento del livello di energia. Inoltre, l’attività fisica è importante perché contribuisce al trasferimento efficiente dello zucchero dal sangue ai muscoli.

Tuttavia, è importante considerare diversi fattori, tra cui il tipo di attività fisica, la frequenza, l’intensità e la durata. L’effetto del movimento fisico può variare da persona a persona a seconda delle condizioni di salute individuali e degli obiettivi specifici. 

Pubblicazioni

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