Optometria

Conosciamo meglio l’optometrista Marco Monti

Marco Monti
Marco Monti

Immerso nella passione per la visione in senso ampio, Marco Monti ha iniziato il suo percorso giovanissimo, frequentando la scuola di Ottica a Bologna. Successivamente, durante il servizio di leva, ha potuto esercitare la sua arte all’interno degli ambulatori, prendendosi cura delle nuove reclute con curiosità e passione.

Nel 1986 ha raggiunto il suo primo grande traguardo, diplomandosi in Ottica e successivamente specializzandosi in Optometria nel 1994. La passione per la sua arte e la sete di conoscenza lo portano a specializzarsi in Optometria Unicista e Naturopatia Unicista per la Visione.

Marco Monti ha dedicato molti anni della sua vita all’insegnamento presso la scuola di Optometria a Bologna, trasmettendo la sua passione e le sue conoscenze ai suoi studenti. Oggi, insegna Optometria Unicista presso il VTC Visual Training Center e collabora come ricercatore presso l’IRO Istituto Ricerche Optometriche, portando avanti la sua missione di diffondere la conoscenza e l’importanza della valutazione visiva e posturale di bambini e adulti, collaborando costantemente con osteopati, pediatri e odontoiatri.

Marco Monti, può spiegarci di cosa si occupa l’Optometria?

“L’optometria è una professione sanitaria non medica fondata su conoscenze fisiche e biologiche che ha come obiettivo il trattamento dei difetti visivi con mezzi ottico-fisici e, in genere, il miglioramento delle funzioni visive con tecniche non mediche, escludendo cioè l’uso di farmaci e di interventi chirurgici.

In altre parole l’Optometria è la scienza della visione che è parte della fisiologia umana”.

Chi è l’optometrista e come e in quali casi può essere di aiuto?

“L’optometrista è un po’ come un fisiologo della visione e svolge la sua attività per prevenire, valutare e trattare i problemi della visione.

Con la parola “visione” intendo realmente l’insieme delle capacità che permettono all’individuo di comprendere i fenomeni della natura attraverso i suoi sensi.

L’optometrista considera il sistema visivo intimamente integrato con tutti gli altri sensi e sistemi d’elaborazione delle informazioni, delle informazioni, per questo l’attenzione dell’esaminatore si focalizza sull’interazione del paziente con l’ambiente.

Nella sua professione, egli esamina il processo visivo nel suo aspetto funzionale e comportamentale con metodi soggettivi e oggettivi, fa riferimento all’ottica fisica e alla fisiologia oculare, utilizzando strumenti messi a disposizione dall’evoluzione tecnica scientifica. 

Il suo obiettivo è quello di migliorare l’efficienza visiva sia con compensazione ottica sia attraverso l’allenamento visivo. 

L’attività optometrica quindi comprende:

  • La determinazione e la valutazione dello stato refrattivo dell’occhio e altre condizioni fisiologiche e funzionali necessarie alla visione.
  • Il riconoscimento di anomalie oculari.
  • La determinazione delle misure ottiche correttive.
  • La selezione, il progetto, la fornitura e l’adattamento degli ausili ottici (occhiali da vista e lenti a contatto).
  • La preservazione, il mantenimento, la protezione, l’aumento ed il miglioramento delle performance visive”.
optometria san marino

Significa quindi che il soggetto potrebbe recuperare la propria performance visiva e ridurre o eliminare l’uso delle lenti?

“Compatibilmente con l’impegno individuale e la condizione di partenza, attraverso la prescrizione di occhiali equilibrati (il cui funzionamento è differente dagli occhiali da vista) si può ridurre per esempio l’Astigmatismo, l’Ipermetropia, la Miopia, l’Anisometropia e stabilizzare la Presbiopia.

In parole semplici questo significa che l’obiettivo che si pone l’optometrista è di permettere al paziente di riacquistare parzialmente o completamente la capacità di visione e quindi migliorare la propria salute in generale”.

Immagino quindi che, soprattutto nei bambini e negli adolescenti, il vostro contributo possa essere estremamente prezioso. Marco Monti, può suggerire quando è opportuno fare un controllo della visione?

“Certamente! La prima valutazione si può eseguire a un anno di vita tramite un videorefrattometro a infrarossi che indica le probabilità di avere un problema visivo.

Se i risultati sono nella norma si ripete l’esame a tre anni, quando il bambino riesce a collaborare e quindi si valuta soggettivamente la visione.

Dai cinque anni di vita si può eseguire la valutazione completa. Questa è estremamente importante prima di iniziare il percorso scolastico.

Successivamente, ogni uno o due anni, è bene valutare lo sviluppo del bambino condizionato dall’esterno: postura a scuola, utilizzo della tecnologia e abitudini.

Negli ultimi 10 anni le miopie scolastiche sono passate dal 20% a quasi il 50% degli studenti! È quindi molto importante osservare i propri figli e valutare la visione da lontano ma soprattutto da vicino quando leggono, scrivono o utilizzano le nuove tecnologie come telefono, tablet, computer, televisione e video giochi. 

Nel soggetto adulto, il tipo di lavoro condiziona l’utilizzo della visione, quindi l’Analisi Visiva Optometrica può evidenziare le problematiche visive e aiutare a utilizzare al meglio i nostri occhi e il nostro corpo”.

A tale proposito, l’uso di monitor e video ha ormai invaso il nostro stile di vita. Come rispondono i nostri occhi?

“Ohi Ohi! Se potessero parlare i nostri occhi spesso ci manderebbero a quel paese!

Al giorno d’oggi, la maggior parte della popolazione è dipendente da tutti questi congegni elettronici con monitor di ogni dimensione e forma, ma non tutti sanno dello stress a cui sottoponiamo i nostri poveri occhi quando siamo concentrati sugli schermi per lungo tempo!

Spesso, questo affaticamento si traduce in mal di testa, tensione ai muscoli del collo e una maggior sensibilità alla luce.

La scarsa frequenza con cui vengono chiuse le palpebre quando si convoglia lo sguardo sugli schermi digitali produce come conseguenza una ridotta idratazione che spesso è causa di arrossamenti e fastidi oculari. 

Infine il dover scrutare anche l’ambiente circostante, ad esempio per guardare un foglio sulla scrivania, è un ulteriore fattore di sovraffaticamento”.

Cosa possiamo fare quindi?

“Beh, ogni adulto se vuole comprendere la portata del danno che un utilizzo massiccio di questi strumenti produce, saprà autonomamente darsi una disciplina ma dobbiamo assolutamente educare i bambini a fare un uso moderato di questi strumenti e tenere sempre conto che per ogni due ore passate a scuola o dentro casa dovrebbe corrispondere almeno mezz’ora all’aria aperta ma senza telefonino!”

CONTATTI

Vuoi ricevere maggiori informazioni?

Compila il modulo qui sotto e saremo lieti di risponderti entro 24 ore.

    Ho letto ed approvo le informative sulla Privacy Policy e sull'utilizzo dei Cookie Policy


    CONTATTI

    Vuoi ricevere maggiori informazioni?

    Compila il modulo qui sotto e saremo lieti di risponderti entro 24 ore.

      Ho letto ed approvo le informative sulla Privacy Policy e sull'utilizzo dei Cookie Policy