L'articolo CDB Cannabidiolo proviene da Benessere.
]]>Ne abbiamo parlato con il prof. Paolo Walter Gabriele, neurologo e neurochirurgo.
Premessa
La pianta della canapa (nello specifico quella della famiglia della Cannabis Sativa dalla quale deriva la cannabis light italiana) contiene oltre 80 cosiddetti cannabinoidi che si trovano esclusivamente in questa pianta e prevalentemente sotto forma di acidi carbossilici.
Il cannabinoide più importante nonché il più studiato è il tetraidrocannabinolo (THC), noto per essere il responsabile dell’effetto psicotropo della cannabis. Un altro importante cannabinoide per molto tempo sottovalutato, ma che al momento sembra essere sulla cresta dell’onda, è il cannabidiolo (CBD) il quale, diversamente dal THC, non ha effetto psicoattivo. Anzi pare proprio che le sue molecole abbiano la capacità di interagire con quelle del THC riducendone parzialmente l’effetto psicotropo.
Ma il motivo per cui tanto oggi si parla di CBD è perché innumerevoli studi medici stanno dimostrando che il CBD offre numerosi effetti terapeutici rilevanti. Infatti ormai in molti paesi del mondo è riconosciuto per l’efficacia nel trattamento di una grande varietà di disturbi, soprattutto come analgesico, antinfiammatorio e antiepilettico di origine naturale.
Le possibilità di applicazione medica del CBD sono attualmente in grande evoluzione poiché le ricerche scientifiche si stanno recentemente sempre più concentrando sulle capacità di questa sostanza che ogni giorno sembrano dimostrare la validità di utilizzo in campo medico.
Il cannabidiolo o CBD ancora oggi putroppo viene confuso con la marjuana o la cannabis. È presente in tantissimi vegetali e non va confuso con il THC, il tatraidrocannabidiolo, ovvero la componente psicoattiva dell’erba o “canna” .
Non è il caso di fare di tutt’erba un fascio, anche se la componente psicotropa del THC ha comunque degli importanti utilizzi già validati in medicina. Il CBD si sta diffondendo rapidamente e in maniera selvaggia su internet e nelle erboristerie, più come moda panacea senza conoscenze sulle proprietà specifiche e sulle dosi minime efficaci che valgono sia per i farmaci che per gli integratori. Il cannabidiolo presente nei vegetali e non solo nella cannabis, come integratore e anche principio attivo, ha la capacità di agire sull’intero Sistema Endocannabinoide (SEC) dei mammiferi e dell’homo sapiens.
Il Sistema Endocannabinoide governa le funzionalità più importanti della fisiologia, che collega Sistema Nervoso Centrale e Periferico attraverso milioni di recettori di cannabinoidi che interagiscono con molecole prodotte dal nostro stesso organismo. Il termine “endo” deriva da endogeno, prodotto all’interno del nostro organismo, mentre cannabinoide è un termine mutuato dalla natura, cioè da quei composti capaci di attivare questo straordinario sistema di governo del corpo e della mente: umore, sonno, fame, memoria, muscoli e difese immunitarie.
Il CBD agisce regolando l’Anandamide, il primo endocannabinoide scoperto dagli scienziati. Il nome dal termine ananda, una parola sanscrita (è una lingua ufficiale dell’India, ed è una delle lingue più antiche che appartengono alla famiglia delle lingue indoeuropee) che significa benessere, gioia, beatitudine.
Sistema Cannabinoide Endogeno
I recettori dei cannabinoidi del nostro corpo sono molecole chimiche chiamate agonisti che funzionano come serrature. Due specifici recettori cellulari primari: CB1 e CB2.
I recettori CB1 sono presenti soprattutto all’interno del cervello (ipotalamo e amigdala) e midollo spinale e nelle terminazioni nervose.
I recettori CB2 sono concentrati nelle cellule del sistema immunitario e del sistema nervoso periferico. Sono quindi protagonisti anche della risposta immunitaria e antinfiammatoria.
Grazie alle funzioni sistemiche dell’asse endocannabinoide che la ricerca mondiale sta accertando, l’intera medicina finalmente può vedere l’uomo nella sua interezza e nella sua regolazione biochimica, superando le rigide divisioni della nomenclatura delle patologie, soprattutto quelle psichiche, lo sguardo clinico finalmente può mettere in relazione sistemica aspetti fisiologici impensati, collegati dalla stessa disfunzione come ad esempio la depressione, l’ipertensione e la fibromialgia, finora separati da ambiti della medicina specialistica.
Singoli aspetti dal sistema endocannabinoide hanno già riscritto pezzi di storia della medicina, ad esempio con la scoperta italiana dell’ormone della serotonina un secolo fa e, negli anni ottanta, della sua efficacia farmacologica per contrastare le forme depressive che sono dilagate negli ultimi cinquanta anni.
Lo scopo della ricerca terapeutica del professor Gabriele è comporre il mosaico dell’intero sistema endocannabinoide con efficacia terapeutica impensabile sui disturbi dell’intero asse.
La disfunzione del sistema endocannabinoide gioca un ruolo importante nella patogenesi di diversi disturbi, come la dipendenza da droghe, i disturbi dell’umore, l’ansia e i disturbi psicotici. I trattamenti farmacologici delle benzodiazepine si sono rivelati inefficaci, dato che hanno effetti per periodi limitatissimi e con molti effetti collaterali. La stessa ipertensione che è strettamente correlata ad un’alterazione cronicizzata dei valori di adrenalina, risponde bene nell’arco di sessanta giorni ai trattamenti di CBD, tendendo a regolarizzare i valori pressori in linea con riequilibrati valori basali di adrenalina. Anche in considerazione del fatto che molti farmaci antiipertensivi, dopo alcuni mesi perdono la loro efficacia.
Quindi quando si assume il CBD fitocomplesso come integratore in dosi efficaci, che purtroppo i preparati a base di olio di canapa sativa non permettono, interveniamo sull’intero asse endocannabinoide, con risultati terapeutici sistemici di riequilibrio disfunzionale, dal sonno migliore, alle forme depressive, all’aggressività impulsiva, e ai disturbi dell’umore, persino al dolore percepito che migliora innalzando le soglie nell’area cerebrale del talamo.
Il cannabidiolo ha impieghi rivoluzionari per la medicina. Studi scientifici hanno evidenziato l’estrema importanza dell’asse endocannabinoide nel corpo perchè è in grado di controllare le emozioni, l’aggressività, la depressione, l’ansia il sistema di gratificazione e ricompensa, la spinta motivazionale, le dipendenze, l’eiaculazione precoce, addirittura l’immagazzinamento e l’estinzione dei ricordi, e tanto altro ancora, includendo numerose patologie presenti in quasi tutte le specializzazioni mediche.
Il CBD tra le molte proprietà, contrasta i danni da eccesso di adrenalina, la quale sta diventando la malattia sociale del terzo millennio, dato che quando è prodotta cronicamente in eccesso, richiama tutti gli ormoni dello stress, i temibili glucorticoidi, dal cortisolo alle citochine infiammatorie alla prolattina, i quali abbattono le difese e sono la causa primaria delle più importanti patologie. Ad esempio l’abitudine di fare sport la sera, perché di giorno si lavora, comporta una produzione eccessiva di adrenalina nel momento in cui la fisiologia la abbatte, per preparare l’organismo al sonno e lasciare spazio alle funzioni riparative biologiche del rito circadiano notturno, che risulta così pesantemente alterato, dai disturbi del sonno, alla regolazione metabolica, ai processi infiammatori e addirittura alla stessa risposta immunitaria.
La ricerca farmacologica ha portato un nuovo farmaco innovativo a base di CBD: l’Epidiolex. Riduce efficacemente le crisi epilettiche, solo che costa moltissimo ed è purtroppo a disposizione per i più ricchi, nella sua esperienza clinica in molti decenni sui pazienti epilettici, il prof. Gabriele fa comprendere che l’uso degli integratore a base di fitocomplessi in precise dosi, ottiene sempre risultati eccellenti.
L’asse endocannabinoide vale la pena di segnalarlo, controlla i seguenti neurotrasmettitori:
· La serotonina, definita ormone del piacere e della regolazione della fame, del sonno, della motilità intestinale, della pressione sanguigna e della contrazione delle arterie, stimola la muscolatura liscia dei bronchi, della vescica e dei vasi intracranici regolatori a loro volta degli attacchi di emicrania, inoltre controlla la sessualità, la funzione erettile e l’eiaculazione precoce.
· La dopamina conosciuta come l’ormone dell’euforia, afferisce alla sfera del piacere e al meccanismo della gratificazione e della ricompensa. Quindi il cibo, il sesso, la musica e anche il consumo di sostanze stupefacenti e la dipendenza da effetti potenti dopaminergici (da cui il termine doping). Questo neurotrasmettitore regola il controllo dei muscoli, la motivazione personale, il sonno, l’umore, la memoria e l’apprendimento. Attiva la sensazione di nausea e vomito nell’apparato gastrointestinale. Funziona da antagonista della prolattina, importante ormone dello stress che inibisce il desiderio sessuale, altera il ciclo mestruale e può causare adenomi. Bassi livelli di dopamina causano depressione, isolamento, rabbia e frustrazione, mentre elevati livelli sono alla base dei comportamenti di dipendenza, anche tossica e autolesionistica.
· La noradrenalina o norepinefrina si attiva in risposta agli stress psicofisici e accelera la frequenza cardiaca, aumenta il rilascio di glucosio e il flusso sanguigno ai muscoli scheletrici. In sinergia con l’adrenalina o epinefrina, la noradrenalina prepara l’organismo alla cosiddetta reazione mammifera di attacco o fuga. In condizioni di pericolo libera energie metaboliche per sostenere uno sforzo fisico violento, alzando la pressione arteriosa attraverso la vasocostrizione.
Nella ricerca clinica il primo obiettivo che il prof. Paolo Walter Gabriele si è posto, è conoscere la dose minima farmacologica efficace per le diverse tipologie di disturbo psicofisico. Individuate le prime linee guida di efficacia clinica del cannabidiolo, insieme ad altri professionisti, sono arrivati a formulare un estratto di magnolia e fitocomplessi chiamato “Reactiv Plus CBD”, capace di attivare l’intero sistema endocannabinoide e dotato di una ottima biodisponibilità. Reactiv CBD è reso possibile anche grazie all’evoluzione tecnologica che ha permesso un processo di estrazione unico e molto particolare.
I benefici terapeutici del CBD sono estesissimi, addirittura estesi al trattamento della sindrome da fragilità ossea. Il dott. Gianfranco Pisano, medico specialista esperto in osteoporosi, ha inserito il CBD nel protocollo clinico della rigenerazione ossea. Inoltre, l’osteoporosi indotta da glucocorticoidi (ormoni dello stress come il cortisolo) è una delle forme secondarie maggiormente diffuse e l’uso dei corticosteroidi, come il cortisone, agisce danneggiando il metabolismo.
Il CBD agisce da antagonista e riparatore dei danni biologici prodotti dall’uso prolungato dei farmaci cortisonici e dall’attivazione cronica del cortisolo e derivati.
La letteratura scientifica sul CBD è enorme e anche le proprietà terapeutiche che in maniera naturale, endogena e senza effetti collaterali, possono consentire di rispondere con efficacia a numerose patologie e disturbi purtroppo resistenti ai trattamenti farmacologici tradizionali.
Campi medici di applicazione del CBD
Molte ricerche internazionali hanno dimostrato l’efficacia di estratti e concentrati di CBD per combattere i sintomi di varie malattie spesso croniche e/o degenerative come il Parkinson, l’epilessia (nello specifico per la sindrome di Dravet, sindrome di West, sindrome di Lennox-Gastaut), l’ansia, gli attacchi di panico, la depressione e le malattie psichiatriche gravi come la schizofrenia.
Alcuni paesi stanno già avvalorando con l’utilizzo pratico in diversi studi dove viene evidenziata l’efficacia del CBD nel trattamento delle dipendenze da droghe e alcool. Trova utilizzo anche nelle malattie di tipo infiammatorio come psoriasi, sclerosi multipla, varie tipologie di artrite e malattie infiammatorie croniche intestinali, come pure in tutte le patologie che necessitano di una stimolazione dell’appetito (compresa l’anoressia e la sintomatologia derivanti dai trattamenti chemioterapici) o di un effetto antiemetico.
Parallelamente proseguono con entusiasmo gli studi sulle proprietà antiossidanti che parrebbero essere oro puro per combattere l’invecchiamento delle cellule e contrastare malattie come il Parkinson e l’Alzheimer che tutt’oggi non hanno cure mediche definite.
Cosa dice la legge sul CBD
Al momento non esiste normativa specifica in Italia che categorizzi il CBD e sancisca limiti percentuali per l’assunzione. Recentemente il Ministero della Salute ha precisato che il CBD non è inserito tra le sostanze stupefacenti e che per questo motivo dovrebbe essere disciplinato dalla normativa vigente di medicinali (il D.LGS 219/2006).
A inizio anno il Ministero della Salute ha promesso un chiarimento relativo all’utilizzo del CBD, che sarà inserito nella revisione da tempo promessa sulla legge riguardante la Cannabis (attualmente poco chiara e decisamente ancor meno realistica sulle sue destinazioni di utilizzo, soprattutto per quanto riguarda le infiorescenze).
Evidenze scientifiche sulle qualità terapeutiche del CBD
Di recente il CBD è stato inquadrato come principio attivo farmacologico in Inghilterra mentre sono ormai da diversi anni stati immessi nel mercato europeo alcuni farmaci a base di derivati della Cannabis che contengono alti livelli di CBD, come il Sativex (impiegato soprattutto per combattere la rigidità muscolare conseguente a patologie come la Sclerosi Multipla).
Intanto un rivoluzionario farmaco che utilizza altissime concentrazioni di CBD per contrastare gravi forme di epilessia pediatrica farmaco-resistente, l’Epidiolex, ancora in attesa di approvazione in Europa nonostante numerosi studi importanti ne confermino la sua efficacia.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha pubblicato lo scorso dicembre uno studio di ben 27 pagine in cui dichiara che il CBD non è pericoloso e non è etichettabile come sostanza stupefacente. Inoltre il presente documento sottolinea come numerosi studi scientifici, svolti da enti di ricerca riconosciuti (come il New England Journal of Medicine citato nel documento) sostengano l’utilizzo farmacologico del CBD nella cura di numerose gravi patologie.
Eccole le parole dell’OMS:
“Il CBD è un principio attivo dal promettente futuro medico, speriamo solo che il governo italiano riservi al CBD le approvazioni che merita anche nel nostro paese”
Il prof Paolo Walter Gabriele è neurologo e neurochirurgo, docente in numerose Università italiane e socio della American Academy of Neurology, una società professionale che rappresenta oltre 36.000 neurologi e neuroscienziati.
Dopo un’attività di lavoro per molti anni rivolta alla chirurgia del sistema nervoso, da oltre un decennio si occupa soprattutto di neuropsicopatologia, di cerebrovasculopatie, cefalee, epilessie, morbo di Parkinson, Alzheimer e demenze.
Ha pubblicato diversi lavori scientifici sullo studio delle attività cognitive e della demenza, lo studio dei disturbi neuropsicologici nell’anziano e lo studio della farmacoterapia nelle attività cognitive.
Integratori a base di CBD
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]]>Estratto Articolo 20/1146/773 Dr. Rarita’ Giovanni – Istituto Pascale – Napoli – ITALY
Indice
La vitamina C è fondamentale per il nostro corpo perché contribuisce a:
Cos’è l’ascorbato di potassio?
LL’ascorbato di potassio è un sale derivato dall’acido ascorbico (vitamina C) e si ottiene per soluzione estemporanea a freddo in acqua dei due composti (acido ascorbico e bicarbonato di potassio), i quali devono essere in forma cristallizzata purissima (livello di purezza non inferiore al 97%). Inoltre è un fortissimo antiossidante.
Perchè questi due componenti sono importanti?
L’acido ascorbico, che deve essere giornalmente assunto dal nostro organismo con la dieta alimentare, è un importante antiossidante ed è indispensabile per la sintesi biologicamente attiva del collagene e dei tessuti connettivi. Inoltre aumenta l’assorbimento del ferro, contribuisce all’accrescimento delle ossa, migliora la resistenza alle infezioni e potenzia il sistema immunitario.
La sua carenza provoca lo scorbuto. Il potassio è un regolatore importantissimo per il metabolismo cellulare. È un cofattore, cioè un elemento che permette il corretto funzionamento di enzimi e proteine intracellulari.
Perché si utilizza l’ascorbato di potassio?
Perché questo sale evidenzia una straordinaria azione contro le patologie degenerative e la sua assunzione regolare, anche a livello preventivo, permette un potenziamento delle difese immunitarie.
Si possono fare dosaggi “fai da te” a livello di prevenzione, conoscendo i principi di funzionamento di questo composto?
No, è sempre meglio ricorrere alla consulenza medica da parte della Fondazione o del proprio medico di base (se è a conoscenza dei protocolli utilizzati) perché i dosaggi sono legati sia all’anamnesi remota della persona (cioè alle informazioni relative alla storia sanitaria della persona e dei propri familiari) che alla valutazione di particolari parametri clinici (emocromo ed elettroliti).
Come funziona l’ascorbato di potassio?
Agisce per ripristinare (o mantenere) la corretta concentrazione di potassio intracellulare, con ripristino del corretto metabolismo cellulare ed un’inversione di tendenza nella degenerazione stessa (se presente), perché l’acido ascorbico rappresenta il mezzo di trasporto per il potassio dentro la cellula, ed il composto evidenzia un meccanismo protettivo per le proprie caratteristiche altamente antiossidanti.
Si possono utilizzare altri “integratori” di potassio?
In linea di principio si possono utilizzare solo se non ci sono alterazioni alle strutture proteiche ed enzimatiche intracellulari che legano il potassio, altrimenti non hanno alcuna efficacia perché non consentono l’assorbimento di potassio nel citoplasma (cioè all’interno) della cellula.
L’acido ascorbico può essere dannoso per la salute?
La letteratura scientifica recente riporta la possibilità che l’assunzione di acido ascorbico ad alti dosaggi (oltre 10 grammi al giorno e per lunghi periodi di tempo) possa presentare rischi per la salute.
Nel caso dell’ascorbato di potassio questa possibilità è assolutamente priva di fondamento perché il dosaggio impiegato nell’attacco alla degenerazione cellulare è estremamente modesto (mediamente inferiore a 0.5 grammi al giorno) ed è comunque entro la Dose Giornaliera Raccomandata.
L’acido ascorbico eventualmente consigliato nei protocolli per via endovenosa a sostegno dell’ascorbato di potassio dipende fortemente dallo stato di salute della persona.
Il potassio può essere dannoso per la salute?
Il potassio non rappresenta alcun rischio ai dosaggi indicati dai protocolli, in quanto si passa da un’assunzione giornaliera media “terapeutica” inferiore a 400 mg ad una assunzione “preventiva” media settimanale inferiore a 400 mg.
L’ascorbato di potassio ha effetti collaterali?
No, l’ascorbato di potassio può essere assunto a tempo indeterminato, naturalmente sotto regolare verifica dei parametri clinici da parte della Fondazione o del proprio medico di base. C’è soltanto da tenere presente che, agendo come equilibratore anche a livello ormonale, l’ascorbato di potassio aumenta le caratteristiche di fertilità nella donna.
L’ascorbato di potassio ha effetto sulla pressione?
L’ascorbato di potassio tende a regolarizzare la pressione, ma il consiglio, per chi soffre di pressione alta, è quella di controllarla regolarmente almeno nei primi tempi di utilizzo del composto.
Si può utilizzare l’ascorbato di potassio in presenza di diabete?
Sì, a patto di controllare regolarmente glucosio ed insulina (se assunta) con regolarità, almeno all’inizio. Non si escludono sorprese in positivo!
Per quanto si deve proseguire l’assunzione di ascorbato di potassio?
Si consiglia di assumere l’ascorbato di potassio a tempo indeterminato, perché l’acido ascorbico ha una “vita fisiologica” di alcune ore e poi viene espulso dall’organismo attraverso le urine. È quindi necessario assumere regolarmente il composto per evitare situazioni di rischio per l’organismo. Questo fatto è particolarmente importante per chi ha patologie degenerative in atto.
La vitamina B12 favorisce la rapida proliferazione delle cellule degenerate?
No; ci sono molti lavori in letteratura che consigliano l’impiego della vitamina B12 anche come antitumorale abbinato all’acido ascorbico. Inoltre la vitamina B12 ha due caratteristiche peculiari nella sua struttura che ne consigliano l’impiego insieme con l’ascorbato di potassio: • la presenza di gruppi NH ed NH2 a cui si lega il potassio.
La presenza del ribosio (acido nucleico importantissimo), che ha una struttura molto simile a quella dell’acido ascorbico ed anch’essa capace di legare il potassio e di potenziare quindi l’effetto dell’ascorbato di potassio.
L’ascorbato di potassio può essere confrontato con gli studi del Prof. Judah Folkman che ha scoperto l’azione antiangiogenetica di angiostatina ed endostatina?
Si, l’ascorbato di potassio sembra evidenziare un’azione antiangiogenetica ed è quindi perfettamente in linea anche con gli studi del Prof. Folkman del Children’s Hospital Medical Centre di Boston.
L’ascorbato di potassio può essere considerato una terapia alternativa?
No, la consideriamo una metodica di base perché agisce sui meccanismi bio-chimico-fisici di base del funzionamento cellulare e può essere applicata, con le dovute precauzioni ed accorgimenti, anche con i protocolli standard ospedalieri sia in relazione alla chemioterapia che alla radioterapia.
I protocolli con ascorbato di potassio possono favorevolmente essere utilizzati anche in preparazione agli interventi chirurgici (sempre in presenza di patologie degenerative).
Perché l’ascorbato di potassio non è conosciuto “ufficialmente”?
Perché spesso mancano le basi scientifiche agli interlocutori per comprendere il meccanismo d’azione dell’ascorbato di potassio (i testi di studio più aggiornati non riportano più le informazioni su cui sono basati i lavori del Dott. Pantellini) e questo genera degli equivoci e delle valutazioni spesso superficiali.
Per esempio, si tende a confondere l’ascorbato di potassio con la vitamina C e quindi con i lavori scientifici sviluppati da Pauling, Cameron e Wilson negli Stati Uniti con risultati a volte contraddittori (anche per l’elevato dosaggio di acido ascorbico utilizzato).
Si tende anche ad inquadrare la metodica con ascorbato di potassio nel “mare magno” delle terapie alternative (cfr. domanda precedente), innescando spesso negli interlocutori “ufficiali” meccanismi difensivi di chiusura a qualsiasi confronto.
D’altra parte, parecchi medici e ricercatori, non solo in Italia ma anche in altre parti d’Europa e del Mondo, sono a conoscenza degli studi del Dott. Pantellini ed hanno toccato con mano gli effetti dell’ascorbato di potassio, ma per difficoltà e l’ostracismo di colleghi e di strutture di ricerca, tutto questo è rimasto spesso sotto silenzio o, nella migliore delle ipotesi, è rimasto confinato in un passa-parola fra ricercatori e malati.
Inoltre c’è l’idea, molto poco scientifica in realtà, che di fronte ad un problema così importante la soluzione debba essere ricercata chissà dove (enzimi o strutture genetiche particolari, sostanze super complesse prodotte con sintesi chimica nei laboratori, ecc.), perché la soluzione “non può essere quella di un po’ di bicarbonato e di succo di limone”, anche perché l’Ascorbato di Potassio costa veramente poco mentre le risorse economiche impiegate nella ricerca in tutto il mondo superano le centinaia di miliardi .
Spesso la visione troppo specifica (gli oncogeni e le proteine coinvolte nelle ricerche diventano ogni giorno sempre più numerosi) fa perdere completamente la visione d’insieme del problema, con difficoltà di inquadrare una via percorribile.
L’ascorbato di potassio può essere somministrato ai bambini?
Sì, tanto a livello preventivo che in presenza di patologie degenerative. I dosaggi dipendono dall’età e dalla particolare situazione sanitaria, ed è quindi consigliato una consulenza medica.
Da quale età è possibile iniziare l’assunzione di ascorbato di potassio a livello preventivo?
A livello preventivo, l’ascorbato di potassio può essere somministrato a partire dai 3-4 anni di età nella misura di una dose 1 volta alla settimana; dai 12 anni si può passare ad una dose 2 volte la settimana e dai 15 anni in poi ad una dose 3 volte la settimana, sempre la mattina 10 minuti prima di colazione.
Quanta Vitamina C al giorno può assumere un adulto?
Si consiglia di assumere la vitamina C nella seguente dose:
Se si assume in eccesso non c’è nessun problema perché non viene assorbita, pertanto il corpo la espelle.
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]]>Estratto Articolo 201146/773 pubblicato dal dott. RARITA’ GIOVANNI (autore di ricerche scientifiche pubblicate su Scientific American e Lancet) – Istituto G. Pascale – Napoli – ITALY
Indice
La vitamina D
La vitamina D, al contrario della sua denominazione è in realtà un ormone.
Nell’immaginario collettivo è in grado di migliorare l’assorbimento di calcio nelle nostre ossa.
Infatti rappresentare l’importanza della vitamina D, riconoscendogli soltanto il compito di coadiuvare la cura all’osteoporosi e del rachitismo, non rende assolutamente merito all’importanza fondamentale che tale micronutriente ha invece per la nostra salute.
Sarebbe come affermare che il sole per le piante è utile solo a scaldarle. Il sole è la vita, ed in effetti senza questa nostra stella, la vita sul pianeta terra si estinguerebbe in pochissimi giorni.
Anche nel caso dell’uomo, l’evoluzione ha previsto per il sole un ruolo fondamentale, la produzione della vitamina D.
Solo negli ultimi anni la medicina ufficiale ha incominciato a comprendere l’importanza della vitamina D (tali ricerche purtroppo non sono promulgate adeguatamente).
Non solo, la sua azione è rivolta ad ogni cellula, ad ogni tessuto ed organo del corpo (non esiste un altro ormone con una capacità così universale).
È stato confermato da studi clinici, che la vitamina D ha un effetto significativo su 229 geni, compresi quelli correlati alle malattie della sclerosi multipla, il diabete (tipo 1) e il morbo di Crohn.
Questo significa che ad oggi, ancora non conosciamo le reali attività che la vitamina d svolge all’interno del nostro corpo.
Cerchiamo allora di capirne un po’ di più.
Dove possiamo trovare la vitamina D?
Possiamo assumere dalla dieta circa il 10% circa della vitamina D di cui abbiamo bisogno, mentre il restante 90% è prodotto dalla nostra pelle con l’esposizione ai raggi UVB.
Alcuni cibi in cui è contenuta la vitamina d è nell’olio di pesce, nelle uova, nei pesci grassi come salmone, aringhe e sgombro, o può essere assunta consumando integratori dietetici.
Per quanto riguarda quella assunta con la dieta, si suddivide in vitamina D2 (ergocalciferolo) di origine vegetale e vitamina D3 (colecalciferolo) di origine animale.
La vitamina D stimolata dal sole è del tipo vitamina D3 (colecalciferolo) e la produciamo grazie alle cellule della pelle
(cheratinociti) che utilizzano i raggi UVB per processare il colesterolo (7-deidrocolesterolo).
A cosa serve la vitamina D? Approfondimento tecnico
Sia la vitamina D2 che la D3 si legano a delle speciali proteine (DPB Vitamin D Dinding Protein) per essere trasportate nel fegato.
All’interno di questo organo sono processate (idrossilate) per diventare molecole 25-idrossivitaminaD (25(OH)D) conosciute anche come calcifediolo.
Questa tipo di molecola è biologicamente inattiva (è un marker usato per capire se si è carenti) e, per essere utilizzata dal corpo, deve subire un altro processo chimico tramite un enzima (1-idrossilasi) per trasformarsi in 1,25-di-idrossi-vitamina D (1,25-(OH)2D3) anche detta calcitriolo.
Questo processo avviene principalmente nei tubuli renali (che ne regolano anche la quantità nel sangue), ma anche in vari tessuti o nelle singole cellule del corpo (cellule immunitarie).
La vitamina D è anche correlata al metabolismo del calcio (da cui dipende anche la sua regolazione nel sangue) risultando essenziale nel processo di modellamento delle ossa e nel contrastare l’osteoporosi.
Il metabolismo del calcio e la vitamina D.
Il metabolismo del calcio è regolato dall’ormone paratormone (o ormone paratiroideo o Pth) sintetizzato dalle ghiandole paratiroidi.
Questo ormone è in grado di agire sulla capacità di assimilazione del calcio dall’intestino, di controllare sia il riassorbimento a livello renale che l’attività delle cellule osteoblaste (che costruiscono l’osso) e a quelle osteoclaste (che distruggono l’osso).
Il nostro scheletro è in continua fase catabolica ed anabolica, ma il giusto equilibrio tra queste due fasi, dipende principalmente dalla quantità di calcio presente nel sangue.
Quando il livello di calcio nel sangue è troppo basso, l’ormone paratormone stimola la produzione renale di 1,25-di-idrossi-vitamina (vitamina D attiva), aumenta la ritenzione di calcio dai reni, aumenta l’attività degli osteoclasti (le cellule che demoliscono l’osso).
La vitamina D attiva (1,25-di-idrossi-vitamina D) si lega ai recettori intestinali, incrementando sensibilmente la capacità dell’intestino di assimilare il calcio (dal 10% senza vitamina D al 40 %) e stimola i fibroblasti nella costruzione di nuovo osso.
Esiste inoltre un meccanismo di feedback negativo che in caso di eccesso di calcio nel sangue (ipercalcemia) riassorbe la quantità di vitamina D attiva, in modo da ridurre la capacità di assimilazione di calcio da parte dell’intestino.
E’ quindi piuttosto evidente che la carenza di questa vitamina-ormone è la causa principale dell’osteoporosi.
I benefici della vitamina D
Come abbiamo detto, la vitamina D è molto più di quello che l’informazione vuole rappresentare.
La sua interazione con il nostro corpo è universale, ma ancora poco conosciuta da parte della medicina.
Sappiamo però che esistono dei recettori chiamati Dvr (molecole che si legano all’ormone-vitamina D) all’interno dei seguenti tessuti: tessuto adiposo, surrene, cuore, cellule endoteliali aortiche, cervello, cellule insule pancreatiche, ghiandola mammaria paratiroide, cellule neoplastiche parotide, condrociti, ipofisi, colon, placenta, ovaio, prostata, epididimo, retina, follicolo pilifero, cute, cellule intestinali, stomaco, cellule renali, testicolo, fegato, timo, polmone e tiroide.
Grazie a questi recettori, la vitamina D interagisce con le seguenti azioni genomiche non classiche:
Queste azioni non sono ancora state studiate in maniera approfondita dalla scienza e quindi non siamo in grado oggi, di sapere come la carenza di vitamina D incida su questi processi metabolici.
L’azione che sembra di maggiore interesse per la scienza riguarda il nostro sistema immunitario, dove la vitamina D ha un ruolo fondamentale.
La vitamina D e il nostro sistema immunitario
Come abbiamo visto, il nostro sistema immunitario è molto complesso ed è composto da diverse tipologie di cellule predisposte ad uccidere qualsiasi anti-gene (virus, batteri, funghi) che attaccano il nostro corpo o le sue cellule che si trasformano in tumorali.
Come abbiamo già spiegato, abbiamo vari tipi di linfociti T (killer, helper, etc.), B e cellule dendritiche, ognuno dei quali comunica tramite dei mediatori (interleuchine), potendo generare differenti risposte immunitarie.
Se volessimo paragonare il corpo ad uno stato moderno, il nostro sistema immunitario sarebbe rappresentato dalle forze dell’ordine e dalle forze militari.
Un singolo corpo (ad esempio l’aeronautica) svolge un compito a sé stante ma sempre in coordinamento con le altre forze.
A svolgere questo compito e quindi verificare a controllare che gli ordini vengano eseguiti correttamente, sono gli ufficiali ed i sottoufficiali.
Nel nostro sistema immunitario questo compito è svolto esclusivamente dalla vitamina-ormone D.
Infatti ognuna delle cellule attrici (linfociti) ha nel proprio interno un recettore (Dvr) al quale si lega la vitamina D, determinandone il comportamento.
La carenza di vitamina D causa una insufficiente risposta immunitaria verso le invasioni batteriche e una risposta immunitaria eccessiva nei confronti delle nostre cellule (malattie autoimmuni) o verso le sostanze Not Self (allergie).
Risposta immunitaria insufficiente
Le cellule dendritiche, come abbiamo spiegato, hanno il compito d’inglobare l’anti-gene, giungere fino ai linfonodi (dove si trovano i linfociti T vergini), maturare e trasmettere le informazioni del gene da combattere.
La vitamina D si lega al recettore (Dvr) e permette la maturazione delle cellule dendritiche, che possono così attivare la duplicazione dei linfociti specifici contro l’anti-gene identificato.
La carenza di vitamina D diminuisce il numero di cellule dendritiche mature, allungando il tempo di reazione immunitaria del corpo.
E’ per questo motivo che d’inverno (perché non prendiamo il sole e ci copriamo eccessivamente) esistono le epidemie da influenza.
Se ci pensate bene, i virus vivono meglio a caldo e d’estate è molto più facile entrare in contatto con i fluidi corporei (sudiamo di più e siamo più scoperti).
Ma nonostante ciò non ci sono epidemie influenzali. Il motivo è che siamo più forti (prendiamo il sole, attivando la vitamina D) ed i virus non riescono a sopraffarci.
Risposta autoimmune e sviluppo delle allergie
Il problema delle malattie autoimmuni e delle allergie dipende da un’attivazione eccessiva delle cellule dendritiche.
Sono infatti tali cellule, poste nella matrice cellulare (soprattutto quella esposta ad invasioni batteriche e virali) a svolgere un vero e proprio ruolo di sentinelle, a decidere se l’incontro con un anti-gene (Self o Not Self) debba dare inizio ad una risposta immunitaria o meno.
Per optare per una simile scelta le cellule dendritiche utilizzano dei veri e propri sensori presenti sulla loro membrana, i recettori Tlr (Toll-Like Receptors), grazie ai quali sono in grado di comprendere se è in atto un’invasione batterica nel tessuto che si trovano a presidiare.
Le molecole catturate da questi recettori sono le citochine infiammatorie, rilasciate dalle altre cellule del sistema immunitario: una traccia evidente della loro presenza indica che quindi è in atto un’invasione.
Quindi nel caso delle allergie, non è la presenza delle proteine del polline la vera causa della reazione allergica (infatti altre persone non subiscono tale patologia) bensì la presenza d’infiammazioni interne che attivano le cellule dendritiche, le quali avendo inglobato un anti-gene scelgono di attivare la risposta immunitaria.
Lo stesso accade per le malattie autoimmuni, dove le molecole catturate sono dei peptidi molti simili ai nostri tessuti (provenienti da proteine mal digerite) e quindi lo stato infiammatorio spinge le cellule detritiche a stimolare la produzione di linfociti Th1 che a quel punto, attaccheranno i nostri tessuti.
La vitamina D è in grado d’inibire la maturazione della cellula dendritica (perché ritiene non necessaria una risposta immunologica) e quindi quando la cellula CD incontra dei linfociti vergini (non ancora attivati), trasferisce informazioni di tolleranza nei confronti della molecola inglobata.
Al contrario, la carenza di vitamina D, causa la maturazione delle cellule dendritiche attivando una risposta immunitaria inutile e dannosa.
Lo stesso accade quando le infiammazioni acute si trasformano in croniche, perché i vari linfociti T e B presenti nel luogo dell’infiammazione perdono il controllo e mantengono l’infiammazione.
Ciò dipende anche dalle interleuchine (citochine o mediatori) prodotte dai vari linfociti.
La vitamina D si lega a dei recettori all’interno di queste cellule, modifica la produzione di tali mediatori, facendo terminare l’infiammazione cronica.
Lo stesso vale per i tessuti adiposi danneggiati dall’insulina, dove si riscontra maggiore infiammazione cronica.
Analoga storia accade per l’intestino dove i linfociti devono contrastare la flora batterica patogena (dove sono presenti il 60% dei linfociti del nostro corpo).
Perchè c’è carenza di viamina D?
Abbiamo detto che è possibile aumentare la quantità di vitamina D (colecalciferolo) nel sangue semplicemente esponendoci al sole.
Purtroppo però, può sembrare assurdo ma l’80% della popolazione europea ed americana (soprattutto quelli che abitano nei paesi più a nord) soffre di carenza di vitamina D. Questo perché non ci esponiamo abbastanza al sole. Inoltre l’alimentazione non è in grado di fornirci grandi quantità di tale vitamina.
Ma il problema dipende anche da altri due fattori, l’obesità e l’acidosi tissutale. Infatti gli adipociti (cellule adipose) trattengono la vitamina D impedendo al corpo di utilizzarla. Quindi più si è obesi e maggiore è la necessità di aumentare la produzione di vitamina D o di fare integrazione.
Infine l’acidosi tissutale promuove la distruzione della vitamina ad opera dei reni, perché questa patologia richiama calcio nel sangue per correggerne l’acidosi (quando c’è troppo calcio si attiva l’ormone paratormone che per evitare maggiore assimilazione dall’intestino, fa diminuire la vitamina D attiva nel sangue).
Quanta Vitamina D al giorno assumere?
Si consiglia di assumere la vitamina D3 nella seguente dose:
Inoltre due volte all’anno sarebbe bene controllarla attraverso le analisi del sangue. Si consiglia di avere un valore vicino a 80ng/ml e non superare 85ng/ml.
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Dott. Fanelli, ma siamo davvero così intossicati?
“Prima di tutto vorrei richiamare l’attenzione dei lettori sul fatto che le nostre abitudini sono spesso la causa dei nostri problemi; ci sono abitudini sulle quali possiamo agire e altre sulle quali, anche con buona volontà, non possiamo fare un granché.
Qualche esempio?
Sporadiche passeggiate e una dieta con pochi vegetali sono cattive abitudini che con un po’ di attenzione possono essere modificate, ma subire costantemente il fumo passivo, lo smog, gli additivi alimentari, vivere nelle città inquinate o l‘essere costretti ad assumere farmaci per lunghi periodi di tempo sono situazioni difficilmente modificabili.
C’è poi quello che mangiamo: carni, frutta e verdura spesso sono trattati con prodotti tossici che, anche solo in minima parte ma con frequenza quotidiana, veicolano nel nostro organismo metalli pesanti, inquinanti e tossine”.
Cosa possiamo fare?
“Ci sono tanti rimedi naturali che possono aiutarci, prima di tutto dobbiamo prestare attenzione ai cibi che mangiamo, cercando di scegliere sempre frutta e verdura bio e all’aria che respiriamo.
Ma questo non sempre è possibile. Così la natura ci offre molte risposte grazie a prodotti in grado di purificare il nostro organismo come la Zeolite, le alghe, gli omega-3, il limone, la clorella e tanti altri.
A noi la scelta del miglior Spazzino delle Tossine! Dopo attenta, trentennale selezione, ho individuato nella Zeolite il sistema naturale più attivo ed efficace”.
Cosa è precisamente la ZEOLITE?
“La Zeolite è un minerale di origine vulcanica, formatosi attraverso lunghe fasi di trasformazione delle lave vulcaniche. Comunemente si pensa al mondo minerale, inorganico, come a un mondo senza vita.
È sufficiente considerare che le piante si nutrono impiantando le proprie radici nel terreno per comprendere che il mondo minerale contiene la vita e mette a nostra disposizione una grande risorsa nutrizionale e bioenergetica.
La parola Zeolite significa pietra che bolle per la sua caratteristica di liberare vapore acqueo dalla roccia quando viene sottoposta a riscaldamento eccessivo.
Tale fenomeno è dovuto alla particolare presenza di acqua intrappolata nelle cavità cristalline.
Le molecole di acqua e di ioni dotati di estrema mobilità conferiscono alla Zeolite un’elevata bioattività.
La Zeolite è quindi un minerale che si trova nella forma di pietra vulcanica, in seguito viene lavorata rispettandone gli equilibri compositivi ed esaltandone l’attività per essere poi commercializzata in polvere e in capsule (Dispositivo medico)”.
Come funziona?
“La Zeolite viene chiamata anche spugna intelligente perché attraverso la sua struttura microporosa (in alcuni casi detta anche Zeolite Attiva) riesce ad assorbire e trattenere i metalli pesanti come Piombo, Cadmio, Mercurio, Nichel, Arsenico e tante altre molecole tossiche.
Il nostro organismo riesce così a eliminarli completamente attraverso le feci nell’arco di 6-8 ore.
Un altro aspetto interessante è che essa rilascia, a livello del microbiota intestinale Calcio, Potassio, Sodio, Magnesio necessari al nostro corpo senza bisogno di assumere minerali sintetici ed a dosaggi prestabiliti, come sovente facciamo.
In natura esistono oltre 60 varietà di Zeoliti al mondo, ma tra quelle esaminate dalla Geomedical, dopo oltre 30 anni di studi, è stata riconosciuta la maggiore efficacia alle Zeoliti italiane, superiore del 60% nei confronti delle altre provenienti dall’Est Europa.
All’interno della propria struttura esse infatti contengono Chabasite e Analcime che preferiscono assorbire i metalli pesanti e Philipsite che predilige assorbire i composti azotati, ureici, prodotti da eccessivo catabolismo proteico, o da alimentazione squilibrata. Sulla base di questi studi abbiamo creato Compositum Zeolite®”.
Quali sono i benefici di questo prodotto?
Quanta Zeolite assumere al giorno?
Si consiglia di assumere Compositum Zeolite nella seguente dose:
Di più…
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]]>A cura di Laura Alessi
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Tanto stress al terreno per ottenere più raccolto.
L’agricoltura convenzionale è riuscita a raddoppiare, se non triplicare la resa delle principali colture cerealicole, di frutta e verdura negli ultimi cinquant’anni.
Questo risultato è arrivato coltivando un numero maggiore di piante per ettaro di terreno e selezionando esemplari a maggiore resa, ignorandone il valore nutrizionale.
Un’importante relazione realizzata da Brian Halweil del Worldwatch Institute e co-direttore di Nourishing the Planet sulla base di una mole rilevante di studi e dati, risponde proprio alla domanda iniziale.
Halweil confronta i dati relativi alla qualità degli alimenti da agricoltura convenzionale attuali con quella dei prodotti agricoli degli anni ’40 e ’50 e con quella degli alimenti biologici.
Questi studi comparativi effettuati su grano, mais e broccoli hanno riscontrato che le varietà moderne ad alta resa possiedono concentrazioni di vitamine, sali minerali e antiossidanti decisamente inferiori a quelle delle varietà più antiche a minor resa.
Una selezione effettuata negli ultimi 130 anni, con il solo fine di aumentare la produttività del grano sempre privilegiando quelle a maggior resa, ha avuto come risultato rese triplicate, ma hanno visto diminuire del 28% il ferro e di un terzo le quantità di zinco e selenio.
Tanto più è elevata la resa, quanto più basso è il contenuto dei nutrienti: ecco il prezzo che paghiamo! Il fenomeno è stato riscontrato anche per i pomodori: resa e concentrazione di vitamina C, livelli di licopene e beta-carotene sono inversamente proporzionali.
Del resto il dato è intuibile: similmente, se un genitore deve dividere le proprie risorse fra 10 figli e un altro fra 2, i primi riceveranno meno risorse dei secondi.
I successi dell’agricoltura industriale sono arrivati con un costo: dal punto di vista alimentare, abbiamo più cibo a disposizione, ma dagli alimenti otteniamo meno nutrimento per caloria consumata.
Dobbiamo, ad esempio, mangiare tre mele per acquisire la quantità di ferro di una mela degli anni ’40, o diverse fette di pane per acquisire la quantità di zinco che era presente nel pane cento anni fa.
Se Nutriamo bene Madre Terra, Madre Terra nutrirà bene noi!
Oltre alla resa, vi sono altri fattori all’origine del calo nutrizionale degli alimenti. I prodotti ortofrutticoli moderni, come un bambino cresciuto a junk food, sono coltivati su un terreno impoverito, alimentato com’è da tre soli macronutrienti principali – azoto, potassio e fosforo (NPK) – sul quale non è praticata la tradizionale rotazione dei raccolti per rimpinguarne gli elementi ceduti.
Inoltre, la massiccia irrigazione d’acqua, i pesticidi e i fertilizzanti che caratterizzano l’agricoltura convenzionale inducono le piante a cattive abitudini. Quest’ultime crescono rapidamente, ma senza radicare in profondità, non avendo bisogno di scavare nel terreno alla ricerca di acqua e nutrimento, cosa che le porta ad una scarsa assimilazione delle sostanze presenti.
Le piante, poi, non dovendo difendersi dai parassiti e dalle malattie, crescono più fragili e producono meno polifenoli, micronutrienti protettivi per la pianta, preziosi per la salute umana. Più la pianta soffre, naturalmente entro certi limiti, per siccità, attacchi di parassiti, o altro, più, per difendersi, produrrà polifenoli.
È anche scientificamente provato che, per ottenere ortofrutta più nutriente e massimizzarne il sapore e l’aroma, un agricoltore deve limitare l’apporto d’acqua e fertilizzanti, anche quelli animali e organici usati dal biologico, per far sì che la pianta sviluppi un apparato radicale più robusto ed efficiente, uno stratagemma sfruttato, ad esempio, da alcuni viticoltori per ottenere vino particolarmente gustoso.
Cosa avviene nel mondo animale
Lo stesso principio vale per l’allevamento animale: quello di cui si nutrono gli animali ha grande importanza per il prodotto agricolo finale, la sua qualità nutritiva, l’assenza d’inquinanti tossici e la squisitezza della carne, che saranno tanto maggiori quanto minore sarà l’apporto di antibiotici e ormoni della crescita, ossia di strumenti per massimizzare la resa.
Che l’animale conduca una vita dignitosa e felice e quanto più possibile libera conta, per di più, moltissimo.
Egli sarà, infatti, più robusto e avrà bisogno di minor cure e, soprattutto, di antibiotici, perché ora sappiamo quanto lo stress indebolisca il sistema immunitario animale, come quello umano.
La catena distributiva lunga costringe alla raccolta della frutta acerba.
Un altro fattore all’origine della diminuzione nutritiva del prodotto ortofrutticolo attuale sono i tempi lunghi di distribuzione che richiedono una raccolta precoce, quando solo il frutto pienamente maturo può raggiungere il massimo valore nutrizionale.
I grandi frutti lucidi, senza macchia e tutti uguali che ne risultano sono, quindi, progettati a tavolino e uniformati dalla chimica di sintesi, dalla produzione agricola industriale e dalla grande distribuzione per facilitarne la raccolta meccanica e l’imballaggio e attrarre ad arte il consumatore.
Tutte queste tecniche contro natura sono state eliminate dall’agricoltura biologica che il Rodale Institute definisce «un sistema agricolo che non usa chimica sintetica e che imita le modalità della natura».
Tale metodo può includere realtà agricole di diverse dimensioni, pratiche e filosofie, ma unite da un denominatore comune: il rifiuto dell’uso dei prodotti chimici sintetici tossici.
Più sostenibilità e maggiore qualità.
L’agricoltura biologica è l’unico sistema di coltivazione sostenibile, perché non inquina l’ambiente e, lungi dall’impoverirlo, è capace di mantenere o migliorare la fertilità del suolo indefinitamente.
Oltre ad avere un minor impatto per l’ambiente, l’alimento biologico non porta con sé nei nostri piatti residui tossici di pesticidi e fitofarmaci vari. Inoltre da un recente studio, sono stati riscontrati batteri resistenti agli antibiotici negli alimenti convenzionali.
Ma lo è anche dal punto di vista nutrizionale?
Secondo uno studio trentennale del Rodale Institute che ha coltivato parallelamente ortaggi ottenuti con metodi tradizionali e verdure coltivate con le tecniche biologiche, oltre a rilevare che la materia organica fertile presente nel terreno, anziché esaurirsi, era cresciuta del 30%, ha riscontrato una superiorità nutrizionale del biologico sia dal punto di vista dei principali macronutrienti (N, P, K, Ca, Mg) – dal 6 al 27% – che dei micronutrienti (Mn, Fe, Cu, B, Al, Na) – dal 17 al 287%.
Tanti minerali in più, vitamine ed elementi fitochimici, come i già citati polifenoli.
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]]>A cura di Laura Alessi
Per vari motivi durante la mia esperienza professionale ho avuto l’occasione di incontrare diverse realtà aziendali focalizzate nella produzione biologica.
Le tre aziende, che a vario titolo si sono conquistate la mia totale ammirazione e fiducia, meritano sicuramente un posto d’onore all’interno del panorama produttivo del Biologico.
Si tratta di:
Indice
Gino Girolomoni
Quella dell’Azienda Girolomoni è una storia basata sui valori autentici della vita di campagna, sull’amore per la natura e le cose vere.
Nasce così la pasta Girolomoni, il meglio dei prodotti alimentari biologici Made in Italy. Una passione vera e profonda per il grano.
Nel pastificio Girolomoni si producono tutti i formati di pasta biologica di semola, semola integrale e di grani antichi, frutto di un lungo lavoro fatto di sacrifici ma anche di tante soddisfazioni.
Tantissime sono le certificazioni che da anni attestano l’impegno di questa Azienda nel settore del biologico.
Tra le molteplici specialità c’è la Pasta di Grani Antichi che è prodotta utilizzando tre varietà di cereali che sono stati recuperati dal passato: Cappelli, varietà di frumento duro coltivato sulle colline marchigiane; Graziella Ra®, Triticum Turgidum Turanicum (proveniente da uno scavo archeologico in Egitto e ora coltivato esclusivamente a Isola del Piano) e Farro Triticum Dicoccum, un cereale antico ricco di principi nutritivi.
La Pasta di grano duro è ottenuta esclusivamente con grani duri coltivati in Italia, dai soci dell’azienda o da aziende alla stessa convenzionate.
L’essiccazione avviene a basse temperature e in tempi molto lunghi (circa 12 ore per la pasta lunga e circa 8 ore per la pasta corta) al fine di mantenere nella pasta tutti i principi nutritivi ed organolettici presenti nel grano.
Tutta la pasta Girolomoni® viene prodotta nel loro pastificio a totale conduzione biologica.
Alla pasta è stata affiancata una gamma di prodotti provenienti da aziende storiche del biologico che collaborano con la Cooperativa Girolomoni da molti anni. Dal caffè ai cereali, dalle differenti farine ai legumi fino ad arrivare ai diversi tipi di riso e condimenti.
Probios
Probios, azienda leader in Italia nella distribuzione degli alimenti biologici vegetariani, promuove da oltre 35 anni la coltivazione di materie prime nel rispetto dell’uomo e della natura e da molti anni si dedica anche alla creazione e alla commercializzazione di linee di prodotti adatti a chi deve seguire specifici regimi alimentari.
Nel nome dell’azienda, che deriva dal greco PRO (a favore di) e BIOS (vita) – a favore della vita – si racchiudono i principi e i valori che hanno guidato le persone che vi lavorano sin dall’inizio e che continuano a ispirare il suo cammino di crescita.
Dal 1978, anno della sua fondazione, Probios propone una vasta scelta di alimenti biologici, nel rispetto della salute e dell’ambiente.
All’inizio del 1990, subentrano alla guida di Probios Fernando Favilli e Rossella Bartolozzi che, uniti dalla passione per il naturale, si impegnano affinché l’alimentazione biologica non sia solo una moda o uno stile alimentare elitario, bensì un vero e proprio stile di vita per tutti.
Grazie alla loro determinazione e a collaboratori entusiasti e preparati, il loro sogno si è avverato: oggi Probios è leader nel mercato dell’alimentazione biologica.
Probios nasce nella convinzione che vendere prodotti biologici non sia soltanto motivo di business, ma favorisca comportamenti che contribuiscono a rendere il nostro mondo migliore.
Acquistare prodotti di questo tipo significa infatti scegliere società che pretendono un’accurata selezione dei metodi di coltivazione delle materie prime, e che non cedono all’uso di diserbanti, antiparassitari, concimi chimici e di sintesi, organismi geneticamente modificati, che inquinano la nostra terra, le nostre acque e la nostra aria.
“Migliorare la vita dell’uomo e del pianeta, diffondendo una cultura vegetariana biologica che crei benessere, con gusto e qualità”.
Probios, che ha alle spalle 40 anni di esperienza nel settore, propone un’offerta differenziante, affiancando alla ricerca e selezione delle materie prime biologiche di alta qualità anche l’attenzione all’equilibrio delle ricette, per garantire ai propri consumatori prodotti bilanciati, senza trascurare il gusto.
L’arcolaio
L’Arcolaio è una coop sociale impegnata a favorire il reinserimento socio-lavorativo dei detenuti del carcere di Siracusa e di altre persone meno abbienti.
Il nome di questa straordinaria organizzazione no-profit si ispira all’insegnamento di Gandhi, che fece dell’arcolaio un simbolo di libertà, invitando alla riscoperta dei mestieri tradizionali e all’utilizzo coerente delle ricchezze della propria terra.
La materia prima biologica per la realizzazione dei prodotti dell’Arcolaio proviene da reti collaborative di piccoli agricoltori locali e dal commercio equo e solidale quale scelta coerente di una inclinazione alla solidarietà.
L’azienda Arcolaio è da sempre impegnata a prediligere ingredienti che provengono da filiere controllate che salvaguardano gli equilibri dell’ambiente e tutelano i diritti dei lavoratori.
La valorizzazione della diversità naturale e culturale del territorio ha portato L’Arcolaio a prediligere la mandorla, prodotto di eccellenza del Sud-est siciliano, così come gli agrumi, la carruba e le erbe spontanee che selezionano per i loro straordinari mix aromatici.
Le specialità dell’Arcolaio sono tipiche del sud Italia e soprattutto della regione Sicilia.
Sono veramente molte le vere ghiottonerie prima fra tutte la speciale pasta di mandorla ma anche la frutta secca le mandorle, i golosi canditi ricoperti di cioccolato, gli stuzzicanti pomodori ciliegino essiccati, lo sciroppo di carruba, i sali con le erbe dei monti Iblei, i vari condimenti, gli ortaggi essiccati, il preparato per il latte di mandorla più profumato della Sicilia, solo per citarne alcuni.
Sarchio
Sarchio nasce nel 1982 come marchio di tutela della salute dell’uomo, dell’ambiente e del buongusto proponendo alimenti naturali preparati artigianalmente, riscoprendo l’antica cucina tradizionale: senza additivi chimici, coloranti e conservanti. Il suo nome deriva dal legame dell’azienda alla terra e rimanda a un attrezzo agricolo della tradizione contadina.
Nel 2004 viene costruito un nuovo stabilimento produttivo e vengono avviate le pratiche per ottenere l’autorizzazione dal Ministero della Salute alla produzione di alimenti dietetici senza glutine.
Nel 2006 Sarchio è la prima azienda italiana a produrre alimenti biologici e senza glutine.
Oggi, con la stessa filosofia di allora, Sarchio sviluppa prodotti che nascono dal rispetto per la Terra e sono attenti alla salute dei consumatori perché puri, sani e specifici per intolleranze alimentari. Un ricco assortimento di Alimenti Biologici, Senza Glutine e adatti ad una alimentazione Vegana.
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]]>L'articolo Un uso prolungato del cellulare provoca danni alla salute? proviene da Benessere.
]]>Lo abbiamo chiesto al dott. Nicola Limardo, esperto nel settore ambientale e coordinatore Scientifico dell’Unione Tutela Consumatori di Novara
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Dott. Limardo, questo telefonino può veramente provocare danni alla nostra salute?
“Purtroppo si. Molti studi scientifici affermano che l’elettrosmog prodotto da cellulari e cordless ha causato e causa costantemente problemi di salute. Peraltro se ci prendessimo la briga di leggere attentamente i libretti di istruzioni inseriti nelle confezioni dei nostri amati telefonini troveremmo per esempio la raccomandazione di non appoggiare il telefono alla testa ma di prediligere l’auricolare.
È implicito quindi già dal produttore che un uso prolungato del cellulare può provocare seri disturbi.
Per la prima volta nel 2017, il Tribunale di Ivrea ha emesso una sentenza shock: l’uso non corretto del cellulare è causa del tumore al cervello.
Il Giudice ha condannato a risarcire gli eredi di un dipendente Telecom che, per 15 anni, aveva utilizzato il telefonino per tre ore al giorno.
Se questo non bastasse, ricordo che l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha dichiarato che l’effetto biologico nocivo delle radiofrequenze sulla cellula è certo.
A questo proposito il Prof. Straif della IARC parlando delle radiofrequenze e dei campi elettromagnetici emessi anche dal telefonino, sostiene che questi alterano sia i flussi sanguigni cerebrali che il DNA”.
Ha parlato di danno al DNA, perché è importante agire su di esso?
“Il danno biologico è l’anticamera del danno sanitario, cioè della malattia.
Non è certo che il danno biologico si trasformi in malattia, ma è certo che se non c’è danno biologico non ci può essere malattia. Per questo è importante ridurlo drasticamente.
Dott. Limardo, può dirci in modo sintetico il motivo per cui il cellulare può provocare danni al nostro organismo?
”Quando utilizziamo il cellulare e, in misura minore, anche quando il telefonino è spento o in modalità stand by, l’energia della batteria “eccita” la materia cerebrale ed è in grado di alterarla a livello sub-atomico causando un disturbo biologico che può produrre anche un danno grave”.
Sappiamo che nel 2017 lei ha vinto la medaglia d’oro al Salone Mondiale delle invenzioni di Ginevra per aver inventato SKUDO. Abbiamo capito che si tratta di un piccolo oggetto da applicare sul cellulare per ridurre gli effetti dannosi del telefonino.
Ci può spiegare come funziona e perché è efficace?
“Skudo è un nanoprocessore che agisce direttamente sulla materia dei dispositivi elettronici sui quali viene applicato trasferendo agli elettroni dei dispositivi una nuova proprietà fisica che, specificatamente per il telefono cellulare, riduce l’effetto vibratorio nocivo generato dal campo elettromagnetico della batteria”.
Il nano processore Skudo è stato testato?
“Certamente! I risultati dei test sono stati fatti in ”vitro” presso il Laboratorio di Tossicologia Genetica dell’Università degli Studi di Perugia e “in vivo” direttamente sull’uomo.
Skudo è risultato in grado di ridurre significativamente gli effetti genotossici conseguenti alla esposizione alle radiofrequenze prodotte da un telefono cellulare, riconducendo il danno primario al DNA causato dal telefono in trasmissione a livelli praticamente sovrapponibili a quelli del controllo negativo”.
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]]>L'articolo Vulca – Per nutrire e ridare luce alla tua pelle proviene da Benessere.
]]>L’acqua termale arricchita di componenti minerali alla base di gel cosmetici estremamente efficaci. A cura di Laura Alessi
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L’acqua termale arricchita di componenti minerali. Ecco la prerogativa chimico-fisica del processo di ringiovanimento della pelle.
L’acqua è un elemento imprescindibile per la vita sulla superficie terrestre, ed è anche un elemento fondamentale per l’evoluzione della vita sulla terra (processi di ionizzazione e di cessione bioenergetica).
Grazie all’acqua le varie tipologie minerali possono venire a contatto tra loro, scambiandosi elementi e consentendo così i processi di autoriparazione e di ripristino funzionale.
Per merito della natura porosa delle rocce vulcaniche, l’acqua delle piogge riesce a infiltrarsi e a scendere in profondità all’interno della crosta terrestre, andando a raggiungere zone a elevate temperature.
Grazie al calore del magma sottostante le acque calde diventano termali sciogliendo i minerali presenti nel sottosuolo, si arricchiscono di elementi per poi ritornare in superficie dalle sorgenti dopo un periodo di circa 50 anni.
È durante il periodo di permanenza nel sottosuolo che l’acqua termale, arricchendosi fortemente di componenti minerali assume caratteristiche esclusive per il mantenimento della vita e per il benessere degli esseri viventi.
Fangoterapia cosmetica
Grazie alla fangoterapia si ha un notevole recupero dell’elasticità connettivale, una disintossicazione a livello cutaneo e un rassodamento tissutale da cui deriva il suo importante ruolo nell’ambito estetico e di prevenzione dell’invecchiamento in generale.
Questi trattamenti sono in generale molto noti anche per essere utilizzati sull’addome, glutei e cosce per combattere l’adipe in eccesso e, grazie al miglioramento del microcircolo, contrastano la ritenzione idrica: causa principale della cellulite “a buccia d’arancia.
I prodotti di GEOMEDICAL ad uso estetico (esclusivamente per impiego professionale).
Da tempo GEOMEDICAL è specializzata nella preparazione di prodotti cosmetici ad uso professionale formulati con acque termali sorgive che permettono di ottenere dei preparati di qualità superiore in quanto le acque utilizzate sono appunto ricche di minerali e oligoelementi puri preziosissimi.
Dalle terre del lago di Bolsena vengono ricavati sospensioni e gel cosmetici ad uso estetico professionale denominati “Vulca®”.
Si tratta di una linea di Trattamenti per il Corpo e Maschere Minerali realizzati garantendo una totale integrità delle componenti minerali e per questo estremamente efficaci.
Prodotti di altissima qualità, senza conservanti, senza profumi, e senza data di scadenza.
Conosciamo meglio il prodotto Vulca®
L’approccio d’avanguardia Vulca non interviene mai in maniera sintomatica-temporanea ma coinvolge tutto il sistema corpo nel suo insieme, rispondendo in modo globale agli squilibri funzionali o inestetismi.
I prodotti Vulca racchiudono diversi meccanismi d’azione, ognuno dei quali ha un’attività specifica prevalente per un risultato complessivo straordinariamente efficace.
I principali elementi protagonisti della linea Vulca® sono 4 rocce vulcaniche con proprietà straordinarie.
La HALLOYSITE che ha una elevata capacità assorbente. La sua particolare struttura è in grado di assorbire i liquidi in eccesso.
La ZEOLITE che invece ha una spiccata attività vasoattiva e la sua particolare struttura è in grado di stimolare il corretto funzionamento del microcircolo.
La MONTMORILLONITE svolge invece un’azione lipolitica, la sua composizione è in grado di contrastare gli accumuli adiposi.
Infine la SMECTITE che ha una elevata capacità antiossidante. Una particolarissima combinazione di elementi minerali che le conferiscono una spiccata azione anti-age.
Linea Vulca® Corpo
La Linea Vulca® Corpo offre ben cinque differenti Trattamenti: Drenante – Tonificante – Venotropo – Antiossidante – Anti cellulite.
I diversi preparati sono disponibili sia in Sospensione Minerale che in Gel Minerale per garantire la massima flessibilità di utilizzo.
La Linea Corpo presenta poi due soluzioni minerali; una per il trattamento preparatorio pensato allo scopo di predisporre la cute alle diverse fasi applicative e una soluzione detergente per la detersione della pelle.
Linea Vulca® Viso
La Linea Vulca® Viso offre cinque differenti Maschere Minerali ognuna realizzata specificatamente per ogni tipo di trattamento.
Purificante, per pelli impure, iperpigmentate o sensibili – Calmante, appositamente studiato per fragilità capillare o couperose – Tonificante, per pelli atoniche o doppio mento – SeboRiequilibrante, per pelli grasse, acneiche o esiti cicatriziali – Anti Age, per pelli ossidate, ispessite o con rughe.
La Linea Viso si completa con due eccellenti Gel: Ristrutturante, per tutti i tipi di pelle e Peeling per accelerare il rinnovo cellulare della pelle e donare morbidezza e luminosità al viso.
L'articolo Vulca – Per nutrire e ridare luce alla tua pelle proviene da Benessere.
]]>L'articolo Fomenta Marina – L’efficacia dei fanghi a casa come alle terme proviene da Benessere.
]]>La fangoterapia preziosa alleata per alleviare i dolori muscolari e articolari. A cura di Laura Alessi
È noto che la fangoterapia ha una tradizione millenaria, ciò significa che le popolazioni nel corso dei secoli hanno rinnovato la fiducia a questa antica tecnica curativa ritenendola estremamente efficace.
Purtroppo non sempre è possibile spendere tempo e denaro per recarsi in un centro termale, ma forse non tutti sanno che è possibile fare un’efficace fangoterapia comodamente nella propria abitazione utilizzando fanghi appositamente preparati”.
Indice
Benefici della Fangoterapia
La fangoterapia si dimostra efficace per molti disturbi e svolge funzione disintossicante, rimineralizzante per l’organismo e antinfiammatoria su ossa, articolazioni e cartilagini, che ne traggono enormi benefici soprattutto nella cura di reumatismi, artrite e artrosi. In particolare la fangoterapia è efficace nelle forme infiammatorie croniche dell’apparato locomotore quali artrosi articolari, tendiniti, dolori e infiammazioni muscolari.
In generale, si può dire che i fanghi svolgono un’azione drenante, analgesica, miorilassante, stimolante i processi metabolici e migliorativi della resistenza verso agenti patogeni.
Essi aiutano inoltre a disintossicare la cute perché assorbono tossine e scorie e ci restituiscono un’epidermide levigata, morbida e ossigenata per un’ulteriore funzionalità articolare.
La fangoterapia è quindi particolarmente indicata per curare tutti i casi di patologie articolari, per esempio per chi soffre di osteoartrosi (artrosi della mano, del piede, del ginocchio, dell’anca e della colonna vertebrale), per chi soffre di reumatismi, gotta (forma di artrite acuta dovuta a una eccessiva concentrazione di acido urico nel sangue), o per chi presenta patologie ortopediche come lussazioni, distorsioni o stiramenti.
I Fanghi e i Gel di Fomenta Marina prodotti da Geomedical
“La ricerca geologica per finalità terapeutica che GEOMEDICAL conduce con continuità dall’inizio degli anni ‘80 ha portato allo sviluppo dei Minerali Vulcanici Bioattivi “a pronto effetto”.
Sono Fanghi e Gel Minerali che costituiscono una linea completa per il trattamento delle degenerazioni articolari e muscolari.
Una proposta naturale, efficace e senza controindicazioni che promuove il ripristino delle funzionalità articolari e muscolari stimolando la capacità reattiva e autoriparativa dei tessuti trattati”.
Da più di 30 anni contro dolore, infiammazione e degenerazioni articolari.
I Fanghi e i Gel minerali Fomenta Marina vengono usati con successo per alleviare i dolori artrosici, per il trattamento delle degenerazioni articolari e nella cura di: strappi muscolari, contratture, cervicalgie, tendiniti, ematomi e traumi contusivi.
Questi prodotti non contengono eccipienti, gli ingredienti sono di natura esclusivamente inorganica e garantiscono così la totale assenza di effetti collaterali.
Sono estremamente comodi nell’utilizzo in quanto sono confezionati in singole buste monodose sottovuoto che consentono al contenuto minerale di mantenere l’efficacia anche per 10 anni.
Infine sono estremamente facili da applicare, basta seguire le poche e semplici indicazioni riportate nel foglietto informativo.
Conosciamo meglio il prodotto Fomenta Marina®
I prodotti della linea Fomenta Marina offrono ben cinque differenti tipi di trattamento, ognuno dei quali è stato progettato con una singolare composizione minerale specificatamente studiata per fornire risposte efficaci alle più comuni problematiche articolari e muscolari.
Il prodotto Fomenta Marina ARTROSI è la risposta ideale alle degenerazioni articolari e ai processi articolari cronici. Fomenta Marina CONTRATTURE è eccellente nel trattamento delle tendiniti, mal di schiena, cervicalgia e strappi muscolari.
Fomenta Marina TRAUMI è appositamente studiato per il trattamento di contusioni, ematomi e versamenti. Fomenta Marina DOLORI viene in soccorso in occasione di deficit motori e funzionali e squilibri energetici.
Infine Fomenta Marina ATTIVITÀ SPORTIVA E AGONISTICA è un eccellente supporto per gli sportivi, stimolante muscolare e disintossicante, antiacidosico (tutti i fanghi e gel sono No-Doping).
Le differenti composizioni minerali sono disponibili sotto forma di Fanghi Minerali, estremamente efficaci, oppure come Gel Minerali, molto pratici da applicare, previo leggero massaggio.
I Gel Minerali
I Gel Minerali sono formulati utilizzando il 10% di componente minerale e il 90% di acqua vulcanica sorgiva.
Contrariamente ai normali gel per uso farmaceutico che utilizzano sempre acque deionizzate, sterili ed inerti, Geomedical è riuscita a individuare dei processi che rendono gelatificabili anche le acque vulcano-termali.
Questa tecnologia conferisce ai Gel Minerali Fomenta Marina la massima bioattività unita a una grande praticità d’applicazione”.
I Fanghi Minerali Fomenta Marina
I Fanghi Minerali sono prodotti 100% minerali e 100% bioattivi; non contengono eccipienti in quanto sia le rocce vulcaniche che le acque sorgive vengono selezionate al fine di svolgere un efficace quanto sinergico meccanismo d’azione.
Gli ingredienti sono di natura esclusivamente inorganica, garantendo la totale assenza di effetti collaterali.
Questi fanghi minerali sono molto semplici da usare e si applicano con tecnica occlusiva come indicato nel foglietto informativo.
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]]>Una soluzione semplice ma straordinariamente efficace. A cura del Prof. Adolfo Panfili, ortopedico.
Dopo una lunga giornata , è naturale tornare a casa e sentire la schiena stanca magari proprio perché, a causa del nostro lavoro sedentario, siamo rimasti seduti tutto il giorno alla scrivania o in auto.
Sembrerebbe altrettanto naturale adagiarsi quindi comodamente sul proprio divano di casa e magari affondarvi la schiena quasi sdraiandosi per recuperare le forze.
Purtroppo la maggior parte dei fisiatri, salutisti e medici sportivi non sarebbero d’accordo!
Una buona regola per non andare incontro al mal di schiena è proprio quella di evitare di sprofondare sul divano o, più in generale, su di una seduta morbida che favorisce l’incurvarsi della schiena, aggravando in modo significativo il carico sulla stessa e determinando una chiusura nell’area del diaframma.
Indice
Troppe ore seduti spesso in modo non corretto.
Ai giorni nostri, per mille motivi, gran parte delle persone trascorrono un’enorme quantità di tempo stando seduti, come ad esempio i ragazzi, che passano molte ore innanzi al telefonino, al computer oppure – ahime più raramente – sui libri a studiare o gli anziani, che spesso trascorrono la maggior parte della giornata seduti a casa o ancora le persone che viaggiano molto in macchina o quelle che lavorano in ufficio.
Per meglio comprendere cosa succede alla nostra schiena quando stiamo seduti, nell’immagine qui sotto è riportata la percentuale di carico che deve sopportare il disco intervertebrale della bassa schiena (zona lombare) a seconda delle varie posizioni assunte dal nostro corpo.
Come si può notare, anche solo stando semplicemente seduti e con la schiena ben dritta, il carico aumenta già di un 40% rispetto alla posizione eretta, ma basta una lieve inclinazione in avanti per aumentare il carico sino all’85%, mentre si arriva sino ad un preoccupante e pericoloso 275% di carico in più quando ci sediamo malamente.
La cifotizzazione da divano
La Tavoletta Wu Wei per stare seduti correttamente
Un interessante studio sulla Tavoletta Posturale Wu Wei.
Wu Wei: Agire senza agire
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